Poi arrivarono altri, con progetti più ambiziosi: la prima squadra, il calcio dei grandi, la Nazionale a vari livelli. Io, che qualche tempo prima mi ero ripromesso di diventare osservatore di una delle due squadre della Capitale, avevo già raggiunto il mio obiettivo ma forse, senza saperlo, ero in cerca di nuove sfide. Così feci di nuovo, con la memoria del consiglio di chi, quando iniziai ad allenare, mi disse di andare in campo senza pensarci troppo. Scelsi la via del lavoro, della condivisione e della riservatezza. Grazie ad un amico e collaboratore, incontrai il nuovo socio.

Punto di arrivo di un percorso professionale e di un progetto visionario, il mio e di Lorenzo, Agon diventa realtà. Il confronto, la gara, competizione leale, fisica ed intellettuale, spirito antico dell’uomo greco si trasforma nella sfida personale dell’atleta moderno senza luogo e identità di genere, che vuole migliorarsi concentrandosi su sé stesso e sui propri obiettivi. Ma Agon, nome scelto da una donna, è anche punto di partenza per la realizzazione di una nuova idea di vita, di ricerca e di sport. Grazie al valore delle persone che abbiamo scelto e sceglieremo per un percorso da fare insieme.